Alcuni giorni fa sono stati anonimamente affissi alcuni cartelli, contrassegnati abusivamente con il logo del Comune di Roseto degli Abruzzi, e delimitanti una presunta spiaggia naturista nella Riserva del Borsacchio, nell’omonimo comune.
L’Associazione Naturista Abruzzese ANAB è totalmente estranea all’affissione di tali cartelli e ritiene giusta e legittima la loro rimozione ad opera di incaricati del Comune.
Tuttavia, in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino di Roseto Degli Abruzzi e alle notizie di seguito pubblicate da diverse testate giornalistiche, teniamo a precisare quanto segue:
• La richiesta inviata al Comune di Roseto degli Abruzzi, ai sensi della legge regionale 26/13, non è dello scorso anno ma del 2013 e poi sollecitata nel 2016 e nel 2018;
• A tale richiesta non è mai seguita alcuna risposta ufficiale. Ad oggi il Comune di Roseto risulta inadempiente nei confronti di una legge regionale che le concedeva 90 giorni per esprimersi, a favore o in senso contrario. Nel secondo caso, però, la suddetta legge, all’art. 4 co 6 ultimo capoverso, obbliga l’Ente pubblico a proporre una valida alternativa;
• Nei numerosi incontri avuti in questi anni con gli esponenti della Giunta comunale non venne mai espressa contrarietà alla nostra richiesta ma, anzi, ricevemmo proposte di collaborazione al fine di giungere all’individuazione di un’area adeguata all’interno della riserva.
Ci preme infine ribadire ancora una volta che la pratica del naturismo, anche in Italia, attraverso le diverse leggi regionali che la regolamentano è stata definita come un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente, proponendosi di promuovere un contatto diretto con la natura privo di artificiosità e convenzioni sociali, partendo dal rispetto verso le persone, per arrivare al rispetto degli animali e dell’ambiente attraverso uno stile di vita che vede la nudità come logica conseguenza del proprio modo di essere interiore.
Considerato il crescente numero di praticanti in Italia e in Europa, ormai stimato tra i 15 e 20 milioni di persone e le ormai consolidate sperimentazioni di spiagge e luoghi pubblici dedicati a tale pratica anche nel nostro Paese, appare quantomeno fuori luogo ogni dichiarazione con la quale si vorrebbero relegare i naturisti in aree remote e difficili da raggiungere allo scopo di non turbare le sensibilità dei passeggiatori domenicali. Tali dichiarazioni appartengono a una concezione della morale pubblica e della convivenza civile ormai superata e non coerente con un Paese che ambisca alla modernità sociale, al rispetto delle esigenze di ognuno e ad uno spirito non discriminatorio nei confronti delle minoranze.