L’occasione offertaci dagli imminenti referendum del 12 e 13 giugno prossimi costituisce uno dei momenti fondamentali quanto preziosi di democrazia attiva, oggi sempre più rari, constatato che il Parlamento viene sempre più espropriato delle sue naturali funzioni; ciò che rende inoltre tali referendum particolarmente significativi è stata la tenace, equanime e concorde azione dei principali partiti di maggioranza e di opposizione che hanno cercato di impedirli con ogni mezzo, salvo ora parare le mani in avanti per minimizzarne il significato o, rispettivamente, per cercare di appropriarsi opportunisticamente di un esito che pare ormai scontato.
Nel merito, le stesse questioni per le quali siamo chiamati a pronunciarci rappresentano peraltro un punto cruciale intorno al quale si svolgerà la politica ambientale degli anni a venire, che rischia di essere gestita da gruppi di potere economico sempre più forti e dalle lobby governative che li rappresentano; oltre alla questione del nucleare, la privatizzazione della gestione dell’acqua e l’uso privatistico della giustizia costituiscono altrettanti punti cardine sui quali si costruirà la civiltà democratica del futuro più o meno prossimo.
In ossequio ai suoi stessi principi statutari, anche l’Anab intende dare il suo contributo, sia pur modesto, alla ricostruzione democratica del nostro Paese, trattandosi peraltro di questioni, quelle poste dai referendum, niente affatto politiche, né di destra o di sinistra, ma per l’appunto civili. E in un momento di emergenza democratica, come quello che stiamo vivendo, in cui ci è stato abusivamente sottratto il diritto di eleggere gli stessi membri del Parlamento, non ci possiamo certo permettere il lusso di restare indifferenti.
Nel merito, le stesse questioni per le quali siamo chiamati a pronunciarci rappresentano peraltro un punto cruciale intorno al quale si svolgerà la politica ambientale degli anni a venire, che rischia di essere gestita da gruppi di potere economico sempre più forti e dalle lobby governative che li rappresentano; oltre alla questione del nucleare, la privatizzazione della gestione dell’acqua e l’uso privatistico della giustizia costituiscono altrettanti punti cardine sui quali si costruirà la civiltà democratica del futuro più o meno prossimo.
In ossequio ai suoi stessi principi statutari, anche l’Anab intende dare il suo contributo, sia pur modesto, alla ricostruzione democratica del nostro Paese, trattandosi peraltro di questioni, quelle poste dai referendum, niente affatto politiche, né di destra o di sinistra, ma per l’appunto civili. E in un momento di emergenza democratica, come quello che stiamo vivendo, in cui ci è stato abusivamente sottratto il diritto di eleggere gli stessi membri del Parlamento, non ci possiamo certo permettere il lusso di restare indifferenti.
Nel 1929 Alberto Moravia pubblicò Gli indifferenti, un romanzo che descriveva una certa società apatica, decadente, ipocrita e appunto indifferente al mondo esterno, al Fascismo e a tutto quanto avveniva in quel cruciale momento storico; noi siamo invece convinti di dover dare concretezza e contenuti al nostro essere naturisti dicendo la nostra: il prendere parte è sempre un atto di coraggio e di lealtà verso noi stessi e gli altri. Per non lasciare campo ai ladri di futuro e di denaro.
Facciamo peraltro sempre più fatica a rincorrere e a pubblicare su questo nostro sito notizie astrattamente “naturiste”, che comunque non dovranno ovviamente mai mancarvi; non dobbiamo tuttavia dimenticarci di essere cittadini portatori di diritti e di doveri, che ci pongono nella condizione di dover dire, appunto, la nostra, come non avviene solitamente nella generalità dei siti dichiaratamente naturisti, i quali disertano accuratamente qualsiasi presa di posizione civile e tanto meno ambientalista, contraddicendo sé stessi e nascondendosi dietro un astratto quanto ipocrita essere apolitici.
Il 12 e il 13 giugno non restiamo dunque indifferenti, non deroghiamo dal nostro essere cittadini consapevoli e non affidiamo agli altri la decisione di decidere per noi e per il futuro dei nostri figli: ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno andiamo a votare, quale che sia la vostra opinione in merito. Perché non intendiamo dare, ce ne guardiamo bene, indicazioni di voto, ma per esercitare consapevolmente un diritto naturale, per il quale non occorre scomodare la nostra Costituzione , alla faccia dei tanti cattivi maestri che la calpestano tutti i giorni.
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