Carissimo, leggo sul sito dell’ANAB che l’uomo sarebbe onnivoro. Questa affermazione priva di qualsiasi dimostrazione mi pare inesatta o quanto meno incompleta. Infatti l’uomo è onnivoro di fatto, nel senso che la maggior parte dell’umanità ha un’alimentazione onnivora. Però l’uomo ha pochissimi adattamenti all’alimentazione carnea mentre ne ha molti all’alimentazione vegetariana e specialmente granivora, cone ho dimostrato nel mio libro (con Vincenzino Siani) “Evoluzione e alimentazione: il cammino dell’uomo” per l’editore Bollati Boringhieri. Inoltre l’alimentazione dell’uomo con carne consuma circa dieci volte più risorse che quella con vegetali e pertanto, con la popolazione mondiale a 7 miliardi, è diventata impraticabile. Infine la Tua affermazione inserita in un sito naturista è anche in contrasto con l’articolo 4 dello statuto della FENAIT che afferma che la stessa incoraggia la praticia dell’alimentazione vegetariana. Spero pertanto che vorrai rivedere le Tue posizioni, nel senso che sì, vi sono diverse specie di animali con diversa alimentazione, ma tra questi l’uomo è prevalentemente adattato al vegetarismo e comunque deve assolutamente riconvertirsi al vegetarismo, altrimenti la Terra non può produrre cibo sufficiente per tutti.


Salve prof. Carlo Consiglio{jcomments on},
(la mail non è firmata ma immagino che sia Tu il mittente)

grazie per la lettera che mi hai inviato. Una persona di grande cultura come Te riceve sempre la massima attenzione da parte mia.
Entrando nel merito della questione ci tengo a precisare che l’articolo dal quale è tratta l’affermazione a cui fai riferimento non è stato scritto da me, bensì è stato riportato sul sito ANAB da un nostro socio che collabora alla manutenzione e all’aggiornamento dello stesso. Non conosco la fonte dalla quale proviene l’articolo ma conosco la persona in questione e gode di tutta la mia stima.
Di conseguenza girerò la Tua osservazione a chi di dovere per approfondire meglio la questione.
La mia personale opinione, però, è che affermare che “l’uomo è onnivoro” è una realtà di fatto, mentre ben altra cosa è sostenere che ciò sia giusto. In questo l’articolo non mi sembra sufficientemente esauriente, tant’è vero che inserisce tale affermazione nei famosi 4 punti fondamentali da seguire alla lettera. Insomma….potrebbe indurre a pensare che cibarsi di carne è cosa buona e giusta, ma non lo asserisce esplicitamente.
Io non mi posso definire vegetariano perché, nonostante abbia ridotto al minimo il consumo di carne non l’ho eliminata del tutto dalla mia alimentazione, però so per certo che nel sito ANAB ci sono tante sezioni nelle quali vengono decantate le virtù dell’alimentazione SANA E BIOLOGICA e soprattutto di quella VEGETARIANA. Per tali ragioni non ritengo affatto che vi siano valide ragioni per accusare l’ANAB di violare le norme dello statuto della FENAIT alla quale siamo affiliata. Ritengo tuttavia che certe osservazioni contribuiscano ad un costruttivo confronto dialettico che giova al nostro movimento sensibilizzando il mondo naturista ad una più corretta condotta di vita.
Saluti naturisti.
     Stefano Daniele
     presidente ANAB

Grazie mille per la cortese ed esauriente risposta
Carlo Consiglio
from Andrea Mirabilio
Cortese Presidente,
mi inserisco nella discussione in quanto chiamato in causa da Stefano e soprattutto perché sono stato io a pubblicare l’articolo sul sito abruzzonaturista.it.
Innanzitutto desidero ringraziarla delle osservazioni di cui ha voluto renderci partecipi e accolgo con umiltà e rispetto la sua posizione sull’argomento che probabilmente sono fondate su studi in materia di livello più elevati rispetto a quelli da me effettuati per la redazione dell’articolo. Tale editoriale (scritto in collaborazione con altro sito naturista citato a fondo dell’articolo) è stato scritto senza ambizione di voler essere accademicamente impeccabile ne di rappresentare una teoria scientifica innovativa ma bensì come stimolo di riflessione e discussione tra i soci su un argomento di cui spesso ci troviamo a discutere.
Tuttavia, dopo un breve approfondimento sull’argomento mi permetto di aggiungere alcune precisazioni:
Un animale si può definire onnivoro quando si nutre indifferentemente di sostanze di origine vegetale ed animale, nelle proporzioni più varie, senza che il suo metabolismo ne risenta e senza che subisca danni da questa commistione di tipologie differenti di nutrienti.
La classificazione delle tipologie di regimi alimentari, negli anni, ha subito un processo di successiva specificazione: Le sole tre classi (erbivoro, onnivoro, erbivoro) non sono certo sufficienti.
L’uomo, all’interno del regno animale, appartiene all’ordine dei primati antropomorfi, per loro natura frugivori, cioè atti a consumare frutti, foglie, semi.
La neurofisiologia, l’embriologia, l’anatomia comparata confermano come l’uomo sia strutturato per cibarsi di frutti, noci, germogli freschi, foglie tenere, tuberi, radici e non di muscoli, ossa ed interiora come i carnivori.
Questi infatti hanno conformazione dentale, patrimonio enzimatico, organi visivi, strutture di offesa, caratteristiche di potenza e d’aggressività, apparato digerente, intestinale, escretorio, sudorifero, circolatorio adatti ad utilizzare l’alimento carneo anche come fonte glucidica, consumandolo crudo e completo di interiora e sangue. Gli esseri umani senza mezzi
artificiali difficilmente sarebbero in grado di cacciare. (societavegetariana.org)
Tuttavia, l’evoluzione non è mai stata una lunga linea retta. Nella classe dei primati antropomorfi ci sono anche i babbuini che sono carnivori e gli scimpanzè (frugivori, ma a volte anche onnivori).
L’uomo è indubbiamente sulla linea evolutiva dell’Homo Sapiens che era prevalentemente onnivoro.
Ognuno può portare avanti la sua teoria per avvalorare una scelta alimentaristica a danno di un’altra, ma, oggi è ormai scientificamente acquisito che l’uomo si è convertito a consumare muscoli di animali (in principio carogne) per necessità legate alla inospitalità delle foreste nell’ambiente originario, circa 2 milioni di anni fa nell’era Neozoica, periodo Pleistocene.
In quell’epoca avvennero infatti glaciazioni, interglaciazioni (ritiro dei ghiacciai e avvento di climi più caldi) e periodi di siccità contrapposti a forti diluvi: eventi climatici instabili ed irregolari che decretarono la riduzione di gran parte della vegetazione spontanea, nonché il mutare delle foreste in savane.
Sono perfettamente d’accordo con lei che tale tipo di cambiamento del regime alimentare può aver portato un peggioramento (ovvero riduzione) della vita media di tali uomini, ma sta di fatto che tale cambiamento è avvenuto, e con esso si sono modificati (e si stanno modificando) alcuni particolari anatomico-funzionali dell’animale uomo (denti, intestino, stomaco, ecc.) per adattarsi al cambiamento.
Si può discutere quanto vogliamo di quale sia il migliore mix alimentare in grado di massimizzare la vita media e la salute degli individui ma non possiamo ignorare la situazione evolutiva avvenuta e la condizione attuale.
Se non facciamo questo sforzo ci ritroveremo a calcolare quanto più a lungo vivrebbe un leone se mangiasse verdura bollita.
La ringrazio dell’interesse e del tempo che ha voluto dedicarci.
Un saluto ed un augurio di poter approfondire l’argomento di persona,
Andrea Mirabilio.

to Andrea Mirabilio
Carissimo, grazie del messaggio. Sono d’accordo anch’io sul fatto che l’uomo è un carnivoro di fatto, la mia preoccupazione era che un’affermazione così isolata costituisse un invito a mangiare carne.
Vorrei però precisare che l’applicazione di un attributo come “frugivori” ad un’intero “ordine dei primati antropomorfi” (che in realtà è una famiglia) rischia di essere fortemente imprecisa, perché in realtà vi sono grosse differenze a livello di specie.
Inoltre la vecchia classificazione in erbivori, carnivori ed onnivori è largamente superata. Oggi si preferisce parlare di carnivori, frugivori e folivori, questi ultimi distinti in folivori a camera di fermentazione anteriore e folivori a camera di fermentazione posteriore.
Certamente negli ultimi 2 milioni di anni i nostri antenati da Homo habilis in poi si sono nutriti largamente di cibo animale (prima midollo delle ossa, poi carne) ed hanno perciò acquisito alcuni adattamenti parziali alla carnivoria, come lieve riduzione della grandezza e del numero dei molari, parziale riduzione dello spessore dello smalto, parziale riduzione della lunghezza dell’intestino tenue, ma gran parte dei loro adattamenti è rimasta quella dell’Australopithecus ad una dieta formata da oggetti piccoli e duri come semi, cariossidi, noci e tuberi. Tali adattamenti sono: tipo di articolazione della mandibola, forma del capo con dentatura sotto anziché avanti al cranio, arcata dentaria ampia e parabolica, smalto spesso, riduzione dei canini, premolari e molari con cuspidi basse ed arrotondate, pollice opponibile, cuscinetti di grasso sul sedere, mentre altri adattamenti come incisivi piccoli e colon sacculato fanno più pensare al folivorismo ma comunque non al carnivorismo.
Quindi, 2 milioni di anni o poco più non sono stati sufficienti a rendere l’uomo un vero carnivoro, neanche parziale.
Con i più cordiali saluti
Carlo Consiglio